Una passeggiata a San Berillo
San Berillo è un quartiere di Catania, appartenente alla I Circoscrizione, corrispondente alla città vecchia, ossia la parte centrale di Catania che racchiude tutti i monumenti più antichi; che comprende, oltre San Berillo, anche la zona del porto, i quartieri storici di Angeli Custodi, Antico Corso, Civita, Fortino, Giudecca e San Cristoforo
Il quartiere è dedicato a san Berillo di Catania, primo vescovo della comunità cristiana catanese, morto martire, secondo la tradizione inviato a Catania da san Pietro apostolo in persona, e fondatore quindi di una tra le più antiche comunità cristiane della Sicilia. Berillo di Catania (Antiochia, ... – I secolo) è stato un vescovo romano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Originario di Antiochia, secondo la tradizione san Berillo sarebbe stato ordinato vescovo da san Pietro nel I secolo e inviato in Sicilia ove divenne il primo vescovo di Catania
Il quartiere confina a nord-ovest con i quartieri Santa Maria della Grotta - Decima e Spirito Santo, a nord-est col quartiere Crocifisso della Buona Morte, a est con Santissimo Sacramento Ritrovato, a sud con il quartiere Agnonella e ad ovest con il quartiere Quattro Canti - Piano della Sigona.
Questi sono i quartieri che tra l'altro vengono considerati come un tutt'uno con San Berillo nell'immaginario dei catanesi, data la contiguità del tessuto urbano, e che sono stati anche quelli maggiormente colpiti dal famigerato sventramento degli anni cinquanta, più dello stesso San Berillo propriamente detto.
San Berillo era uno storico quartiere di Catania, densamente abitato e pieno di botteghe di artigiani, che nel tempo, a seguito di diverse vicende che hanno spostato il centro della città in altre zone, perse importanza fino a diventare un quartiere degradato. Dopo il terremoto del Val di Noto del 1693, che rappresentò una cesura nella storia urbanistica di Catania, si avvia la ricostruzione della città orientando l'asse principale viario dell'abitato verso l'Etna e ponendo nei cosiddetti Quattro Canti il fulcro della ristrutturazione.
Nel corso del tempo il centro si era mosso verso piazza Stesicoro, intorno ai resti dell'anfiteatro romano (di cui restò visibile solo uno scorcio).
Il quartiere di San Berillo prendeva corpo proprio a partire da piazza Stesicoro, protendendosi ad est di via Etnea in direzione della zona in cui fu inaugurata la stazione della ferrovia.
Il quartiere, in virtù della sua centralità avrebbe potuto divenire zona nobile, all'interno del tessuto urbano, anche in relazione al movimento ferroviario, con la realizzazione di strade di larghezza non inferiore ai 10 metri, ma ciò purtroppo non avvenne.
Furono costruite strade strette e senza alcun collegamento diretto con il luogo ove sarebbe sorta la stazione dei treni.
Negli anni trenta si sono susseguite diverse proposte di sventramento del quartiere per risanare la zona, favorire l'afflusso e il deflusso dalle stazioni, la circolazione di aria e di luce, abbattere i vicoli infetti (nel 1911 un'epidemia di colera fece molti morti) e sottolineare, isolandoli, la magnificenza di grandi edifici e monumenti.
Tra tutti questi interventi, lo sventramento iniziato negli anni cinquanta, nell'ambito di un piano di risanamento urbanistico, ma non portato a termine, ha determinato una ferita nel volto della città e lasciato un vuoto ancora oggi visibile nel suo tessuto urbano e un contenzioso tra i privati proprietari delle aree interessate e il Comune di Catania. Gli abitanti del vecchio quartiere vennero spostati verso la periferia nel quartiere di San Leone noto per questo anche come San Berillo nuovo. Vennero distrutte tante attività vive e delle realtà artigianali fondamentali per l’economia della città.